mercoledì 19 marzo 2008

Cominciamo da...

Studi per giorni e giorni...e ancora giorni e giorni;talvolta trascorri intere giornate alla scrivania,con la lampada che infuoca la pagine e intorno tutto buio pesto,per creare la giusta atmosfera di studio.
E studi studi studi...le tue uniche pause sono per pranzare e stenderti un pò sul divano il pomeriggio...senza neanche riuscire a chiudere occhio(perchè poi riprendersi dal rincoglionimento è ancora peggio)...e poi ritorni di nuovo alla scrivania che è tutta piena di fogli,foglietti,post-it,penne,matite...elastico,bicchiere, calzini , medicine , specchio,forbicine....anche l'impensabile comincia a far parte di quel piano...e sei cosi tanto indaffarata e concentrata da non riuscire a pensare che forse è anche il caso di rimettere un pò in ordine("ma si...lo farò appena finisco"....come no!).
Poi ogni tanto nascono le giornate che proprio non vogliono andare bene.
Hai l'impressione di non ricordare nulla,di non aver capito niente di tutto quello che hai studiato fino a quel momento e cominci a mostrare piccoli segni di cedimento...di rincoglionimento per così dire.In casa tutti diventano presenze fastidiose,e tu rispondi male pur di riuscire a far capire di volere un pò di pace.In più ci si mette l'ipocondria:cominci a pensare di avere tutte le malattie e i disturbi più assurdi,ti convinci di non stare affatto bene e che tutto sto malore ti porterà via tempo allo studio,giusto il tempo che ci voleva per preparare al meglio l'esame.
Ma tutto sommato vai avanti.
E il fatidico giorno si avvicina.La notte prima non dormi o dormi poco o dormi proprio male;l'adrenalina e l'agitazione è tanta e soprattutto è inevitabile.
Il risveglio è un pugno in faccia.Ti guardi allo specchio e ti convinci che se dovesse andare male la colpa è della brutta faccia che hai.
L'esame è di pomeriggio quindi decidi di trascorrere tutte le ore che precedono la prova a ripetere a più non posso,"anche se non dovrei,tutti dicono che dopo un pò bisogna lasciar perdere,non serve ripetere cosi tanto e all'ultimo momento",ma lo fai,chi se ne frega,non si sa mai.
E' una mattinata di cacca.Hai il famoso blocco allo stomaco e allo stesso tempo il bagno diventa il tuo unico rifugio per rilassarti ; trascorri il tempo tra una ripassata ad una cosa che non ricordavi più di aver studiato,il bagno,un giro per casa per riprendere fiato,il frigo per trovare qualcosa da mangiare o bere ma poi lo apri tanto per,dato che lo stomaco è chiuso.
Finalmente arriva il momento di andare all'università.Ti dici che una bella ripetizione nel pullman(tanto per cambiare) ti darà la botta finale e poi sarai apposto.Il pullman purtroppo,nonostante sia quello delle 15 è stracolmo di gente molto molto molto rumorosa che non prevedevi assolutamente,e non riesci a fare come si deve la famosa ultima ripassata.
L'agitazione aumenta e guardando fuori dal finestrino continui a ripeterti che è proprio una vita di merda e che sono una gran rottura sti momenti in cui c'è il panico e che volendo potevi stare in quello stesso momento stesa sul divano a guardare la tv e a grattarti la pancia.
Scendi dal pullman e chissà come il tuo cervellino reagisce e ti dice che non puoi pensare in negativo ma devi affrontare la prova con tanto coraggio.
Cominci a camminare a tempo di musica,pensando alla famosa canzone di Alberto Sordi quando fa il medico della mutua, e trovi che quello è proprio il motivetto giusto per trovare un pò di positività...e non ti accorgi che mentre cammini inavvertitamente stai anche ridendo e fischiettando come una cogliona.Tra una fischiettata e l'altra stringi i pugni e ti sussurri che "andrà bene,deve andare bene,l'unico modo per superare una prova è affrontarla...e io l'affronterò...yeah"...ancora senza accorgerti che qualcuno ti osserva incuriosito.
L'ultima ora di attesa è assurda.Tra una sigaretta e l'altra fumate camminando avanti e indietro di fronte alla facoltà ti accorgi che oramai il gioco è fatto,ciò che sai sai...ma potevi sapere di più,cazzo,e almeno ora non staresti cosi nervosa(se come no).Incontri un pò di colleghi ai quali fai l'interrogatorio,nella speranza di sentirti dire qualcosa che ti faccia stare più calma.A volte fai anche più volte la stessa domanda...per essere sicura che stiano dicendo proprio quello.
E poi stai li,seduta sulla panchina di fronte alla porta dell'aula,aspettando che si apra e scandendo il tempo che resta con il piede che proprio non riesci a far stare fermo.La fissi,nella speranza che apra il prima possibile perchè oramai non ce la fai proprio più...
Ma non si apre,anche se oramai l'orario dice che la prof. dovrebbe aver finito la lezione e dovrebbe star aspettando proprio te,solo te.
5 minuti...10 minuti...15 minuti dopo l'ora "x" e non vedi ancora nulla.
Finchè.
Finchè non ti accorgi per caso che hai sbagliato aula e corri in giro per il corridoio come una matta per trovare la porta giusta.
La trovi,chiedi scusa alla prof. con un fiatone immane e lei (per fortuna) ti accoglie con un sorriso,ti fa sedere e la prima cosa che ti chede è : "come stai messa ad esami?Quanto ti manca?"

Cominciamo bene!






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1 commento:

Michele ha detto...

Ciao, già che c'ero, ho deciso di ricambiare la visita sul blog...(rubando del tempo prezioso alla ricerca, per altro!)

Carino questo blog di pensieri in libertà... magari, tornerò a leggere qualcosa con più calma... (intanto ho letto la divertente descrizione delle piacenti peculiarità dell'attore di The Dreamers...! (Non capirò mai i gusti delle donne... :-D))

E grazie per il link ad Art&Scienza!

Ciao,

Mich